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Diari di Classe: il Kandinsky sul Corriere della Sera

La nostra studentessa Amel Khaled ha pubblicato sul Corriere della Sera di Milano di oggi 21.12.2020 a pagina 4 il suo articolo “Siamo in un limbo eppure l’incertezza ci aiuta a crescere” che riportaiamo qui di seguito.

«Siamo in un limbo Eppure l’incertezza ci aiuta a crescere»

È il momento più difficile della mia carriera scolastica. Noi studenti siamo in un limbo, sospesi. Ogni volta che si parla di Dad e del rientro a scuola si ripropone l’incertezza. I nostri piani sono rimessi in discussione, quello che abbiamo organizzato sembra non avere più senso.

Mi chiedo se sapremo superare bene quello che stiamo vivendo. All’inizio ho avvertito un forte senso di disagio e di irrealtà. In questa soffocante nuova routine mi sono trovata a dubitare dei miei sogni e dei miei obiettivi. I professori ci dicono che nulla si è fermato, che non siamo stati dimenticati, che siamo sempre una priorità. Tuttavia è facile smarrirsi e cadere in questo periodo di disorientamento.

Nella «classe virtuale» tutto si amplifica e tutto è più evidente. O forse prima non ci guardavamo veramente negli occhi, a scuola ognuno maschera qualche aspetto della sua vita. Questa situazione ha messo a nudo tutto ciò che non volevamo fare vedere agli altri, ha spogliato i nostri difetti, evidenziato le nostre disuguaglianze. Sono emerse le nostre debolezze, la compagna che sembrava così forte è quella che si è abbattuta per prima. Le lezioni a distanza però ci hanno fatto vedere al di là della superficie, ci siamo guardati, seppur tramite uno schermo, e ci siamo capiti, ci siamo aiutati. È aumentata la comunicazione fra noi. Anche i nostri professori ci aiutano a parlare di più. Una prof ci chiede sempre una cosa che prima pensavamo banale, ci chiede come stiamo e così ci fa pensare a come stiamo effettivamente. Una domanda da farsi sempre, importante. Alcuni professori sono stati dei dottori del nostro stato d’animo, in questi mesi ci hanno preso per mano quando hanno visto che potevamo perderci tra i nostri pensieri, dubbi, insicurezze. Per sopravvivere al cambiamento non bisogna essere solo forti, bisogna anche avere qualcuno che lo faccia con te, bisogna accettare quello che si prova, analizzarlo e cercare di trasformarlo e viverlo al meglio. Come dicono i nostri professori, non dobbiamo abbatterci. E forse sapere che nulla è sicuro e duraturo ci fa pensare che neanche questa situazione lo sarà e ci regala la speranza.

di Amel Khaled
Istituto Kandinsky

Corriere della Sera Milano 21 Dicembre 2020 p4.pdf